Podcast "Ensemble"

Podcast "Ensemble"
Chiudi Palazzo Grassi, Chora Media, Podcast « Julie Mehretu. Ensemble », Julie Mehretu, TRANSpaintings (recurrence), 2023 (detail). Ink and acrylic on monofilament polyester mesh framed in an aluminium sculpture conceived by Nairy Baghramian, 243,8 × 304,8 cm, framed dimensions variable. Pinault Collection. © Julie Mehretu. Photo © White Cube (Theo Christelis)
Articolo
15.04.24

Podcast "Ensemble"

Palazzo Grassi presenta il podcast in tre lingue dedicato alla mostra "Ensemble" e al lavoro di Julie Mehretu, in collaborazione con Chora Media.

Tempo di lettura
10 min

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In occasione della più grande mostra di Julie Mehretu mai realizzata in Europa, Palazzo Grassi ha prodotto con Chora Media "Ensemble", un podcast che indaga la storia dell’artista e l’allestimento della mostra "Ensemble" per mezzo delle sue parole e delle testimonianze di alcuni importanti ospiti. 

A cura di Ivan Carozzi, autore e scrittore, il progetto coinvolge numerose figure del panorama culturale internazionale – la giornalista Francesca Sibàni, editor di Africa per Internazionale, l'artista Paul Pfeiffer, il pianista e compositore Jason Moran e la curatrice Caroline Bourgeois –  chiamate a comporre un racconto corale sui temi e sull’universo artistico di Julie Mehretu.

Dopo il podcast “Una specie di tenerezza. Marlene Dumas tra parole e immagini”, dedicato alla mostra “Marlene Dumas. open-end", presentata nel 2022 a Palazzo Grassi, e “Chronorama. Istantanee dal 20° secolo” dedicato alla mostra “CHRONORAMA. Tesori fotografici del 20° secolo”, presentata nel 2023 a Palazzo Grassi, nel 2024, Palazzo Grassi rivela un podcast dedicato all’artista Julie Mehretu.

È possibile ascoltare gratuitamente il podcast, in due puntate per ogni lingua proposta – italiano, francese e inglese – sulle piattaforme su Spreaker, Spotify o Apple.

Ep. 1. Dall'Etiopia agli Stati Uniti

Nel primo episodio si ripercorrono le vicende biografiche dell’artista, dall’infanzia fino all’essere considerata una delle artiste più influenti nel panorama artistico contemporaneo. Julie Mehretu racconta la sua infanzia ad Addis Abeba, in Etiopa, poi il suo trasferimento negli Stati Uniti a causa dell’instabilità politica del paese. 

"Sono cresciuta in un posto dove non c’era grande considerazione per l’arte contemporanea, per certi versi non sapevamo neanche che esistesse come possibilità (...) sono cresciuta frequentando i musei più importanti, ma l’arte contemporanea non era contemplata." — Julie Mehretu

Mehretu si afferma definitivamente nel nuovo millennio, grazie a uno stile potente e inconfondibile, dove confluiscono e si smarriscono diverse influenze e fonti d’ispirazione, dall’architettura ai grandi eventi storici del nostro tempo. Nel suo cammino, tuttavia, non è mai sola, ma sempre accompagnata da un gruppo di amici e artisti, quelli della comunità di Denniston Hill.

Ep. 2. A Venezia, insieme

Il secondo episodio prende il titolo: “A Venezia, insieme” ed entra nel vivo della mostra “Ensemble” a Palazzo Grassi, offrendo un affondo speciale su alcune opere di Julie Mehretu, con l’aiuto della sua stessa voce e un commento della curatrice Caroline Bourgeois.

"Ritengo importante la sua condizione di persona sradicata, nella misura in cui il progetto principale della sua pittura astratta riguardava l'architettura e il potere della città espresso attraverso l'architettura [...] Ha inventato un modo di dipingere grazie all’uso di molti strati diversi. [...] E il corpo è sempre presente. Inoltre, c'è qualcosa di molto musicale nel dipinto. In un certo senso balliamo insieme al dipinto." — Caroline Bourgeois

Le voci conducono alla scoperta delle opere degli altri artisti in mostra, con la testimonianza di uno di loro, Paul Pfeiffer, amico e parte della comunità di affetti di Mehretu. Inoltre, grazie alla voce di Jason Moran, pianista e compositore jazz di fama internazionale, viene trattato n aspetto di grande suggestione della pittura di Mehretu: il suo profondo legame con la musica.

"C'è qualcosa che mi commuove davvero in questo, qualcosa d’inesprimibile a parole, che non riesco ad articolare… quello che mi interessa è il modo in cui tutte queste informazioni si uniscono per generare un’esperienza, una sensazione viscerale di fronte all'opera." — Julie Mehretu

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