Johan Grimonprez (1962, Belgio), che apre con la sua opera l’esposizione La voce delle immagini a Palazzo Grassi, è protagonista di un workshop di tre giorni, intitolato Maybe the sky is really green and we’re just colorblind.
Proposto agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, di Ca’ Foscari e dell’università IUAV di Venezia, il workshop si presenta come una riflessione sull’era digitale, caratterizzata da un infinito numero di immagini e suoni che viaggiano attraverso il mondo in tempo reale.
Partendo dalla propria esperienza di artista, curatore e regista cinematografico, Johan Grimonprez propone agli studenti una disamina teorica di come i fatti di cronaca vengano filtrati dai media prendendo spunto da alcuni video selezionati per l’opera presentata a Palazzo Grassi, che include i lavori di Yes Men, Harun Farocki, Miranda July, Chris Marker, Pierre Huyghe, Digital Zapatismo, Rea Tajiri, Alexander Sokurov, David Shrigley, Ulrike Meinhof, Mathias Muller, RtMark, The Residents, The Gorillaz, Bjork & Michel Gondry, oltre a esempi rubati ovunque, da spot pubblicitari a video casalinghi, da South Park a MTV, dalla CNN alla tv russa.