Proiezione "Mon Oncle"
In collaborazione con l’Institut Français, l’Alliance Française, l'Università Iuav di Venezia e Les Films de Mon Oncle, Palazzo Grassi – Punta della Dogana accoglie al Teatrino la proiezione del film Mon Oncle (110', 1958) del regista francese Jacques Tati.
La proiezione del film Mon Oncle è seguita da una tavola rotonda moderata da Marco Bertozzi, Professore di Cinema all'Università IUAV, con Jean-Louis Cohen, curatore del padiglione francese della Biennale di architettura di Venezia 2014, Stéphane Goudet, esperto di Jacques Tati, e Macha Makeïeff, regista teatrale e creatrice di scenografie e costumi.
Per la 14° Biennale di architettura di Venezia, il Padiglione francese, “La modernità, promessa o minaccia?”, è dedicato alla storia dell’architettura dei complessi residenziali in cemento. Il curatore Jean-Louis Cohen mette in questione le illusioni generate da una modernità soltanto preoccupata dal progresso, dal benessere e dall’uniformazione. Mon Oncle, in particolare la scenografia della villa, ha rappresentato una fonte di ispirazione per una delle quattro stanze del Padiglione, che ha ricevuto una Menzione Speciale dalla Giuria per aver saputo discutere le conseguenze dei successi e dei traumi legati a una visione utopica della modernità.
Il giovane Gérard ama passare del tempo con suo zio, M. Hulot, un personaggio sognante e boemo che vive in un quartiere popolare e gioioso della periferia di Parigi. Invece, i genitori di Gérard, i signori Arpel, vivono in una villa moderna e lussuosa dove la loro vita è monotona e asettica. Un giorno, quando Gérard torna a casa dopo l’ennesimo giro con suo zio, il signor Arpel decide di allontanare suo figlio da M. Hulot. Tenta allora di trovargli un lavoro nella sua fabbrica di plastica, mentre sua moglie gli organizza un appuntamento con una delle loro vicine…
Uscito al cinema nel 1958, Mon Oncle è il terzo lungometraggio realizzato da Jacques Tati ed è uno dei capolavori burleschi del cinema francese. Torna il personaggio di M. Hulot, attraverso il quale il regista denuncia con umorismo e finezza le mutazioni della società francese nei decenni dopo la seconda guerra mondiale. Il mondo moderno è incarnato dai signori Arpel mentre il “vecchio” mondo è rappresentato da M. Hulot e il suo quartiere. Attraverso una regia di una precisione quasi geometrica e di un uso abile del suono, Mon Oncle è una testimonianza della modernità crescente e dell’artificialità delle relazioni che ne derivano. Più di cinquant’anni dopo la sua uscita, Mon Oncle rimane divertente e potente.
Jacques Tati dichiarava “Non c’è un messaggio nel mio film. Ciononostante posso dire che sono colpito dall’indifferenza del mondo moderno. Che cosa significano la riuscita, la comodità materiale e il progresso se nessuno conosce più nessuno e se togliamo degli edifici costruiti a mano per sostituirli con del cemento […]?”. Forse, come suggeriva Macha Makeïeff, attraverso i suoi film l’obiettivo di Tati era soltanto di “mostrare la bellezza estetica indiscutibile di Mon Oncle, la raffinatezza dell’ascolto complice della modernità come terreno di gioco per gli adulti vacillanti che hanno sognato, desiderato e costruito questa modernità."
In collaborazione con l'Institut Français, l'Alliance Française de Venise, Les Films de Mon Oncle, e con l'Università IUAV di Venezia, Dipartimento di Culture del Progetto - Laboratorio di teoria delle immagini.